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Quando si parla di stenosi ci si riferisce ad un restringimento del canale vertebrale che racchiude il midollo e le radici spinali.
Si riconoscono 2 tipologie di stenosi: quella congenita (tipo costituzionale) e quella acquisita che si manifesta generalmente nell’adulto ed è legata a fenomeni di artrosi.
Tuttavia è opportuno ribadire che la stenosi tende ad insorgere su pazienti che possiedono già un canale più stretto dalla nascita ma che non comporta dei disturbi fino al manifestarsi di fenomeni di artrosi (si parla quindi di stenosi mista).
Tra le due forme più significative riconosciamo: stenosi lombare e cervicale.
Stenosi lombare
I sintomi tipici di questa tipologia di stenosi sono associabili alla compressione delle radici spinali e coinvolgono gli arti inferiori (uno o entrambi). Generalmente questa tipologia di stenosi si manifesta in soggetti con un’età che va dai 50 ai 70 anni (con maggiore incidenza nelle donne).
Il dolore si manifesta negli arti inferiori con maggiore intensità quando il soggetto è in movimento e si riduce nella condizione di riposo.
Tale dolore costringe il paziente a fermarsi con conseguente riduzione del dolore durante il riposo, tuttavia, una volta che il soggetto inizia nuovamente a deambulare, i sintomi ricompaiono. In caso di manifestazioni dolorose del disturbo, si somministrano farmaci antidolorifici e l’utilizzo eventualmente di corsetti lombari.
Si può intervenire chirurgicamente con tecniche differenti finalizzate alla decompressione delle strutture nervose coinvolte. (EVO)
Stenosi cervicale
Generalmente questa tipologia di stenosi si manifesta in pazienti che hanno un canale cervicale stretto dalla nascita (stenosi mista) e la causa scatenante principale è l’artrosi cervicale. I soggetti coinvolti tendenzialmente hanno un’età media-avanzata.
Le conseguenze principali sono la compressione meccanica e un minore apporto di sangue alle radici cervicali e al midollo.
La manifestazione clinica è la “mielopatia cervicale”, tale sindrome porta al manifestarsi di svariati sintomi. I disturbi più frequenti sono riduzione della forza e l’alterazione della sensibilità degli arti inferiore (deambulazione definita atasso spastica, che si esprime con un certo grado di rigidità).
Se la sofferenza midollare peggiora possono manifestarsi sintomi ben più gravi come fastidi alle mani, difficoltà nella deambulazione fino alla paralisi o spasticità.
Oltre a questi disturbi si può riscontrare dolore al collo a volte diffuso agli arti superiori (cervicobrachalgia), questo accade in genere quando si tratta di artrosi cervicale associata.
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